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Una catena di affetti che ammaglia l'esistenza e la prolunga aprendovi impensati affacci, configurandovi ragioni e speranze: il quadro dipinto dai versi è questo, mentre il prendersi per mano è un motivo che torna, così che congiunge volta a volta le figure parentali più care e sostiene in specie, con forza metonimica, il rapporto di chi dice io con la moglie, con la figlia. Giuseppe Napolitano scrive qui una poesia di confessione, con inserti di voci di bilancio, nella stagione sua che imbruna come sul far della sera: una confessione, immersa nel vissuto e nel quotidiano fattasi carne, che si vuole al contempo dialogante ed è sommessamente dedicatoria, che include un tu nel testo e ne chiede l'ascolto.